27 Giu Smartworking? Gli italiani preferiscono l’ufficio!
Lo smart working attira sempre più consensi fra i lavoratori italiani, eppure, quasi due terzi dei dipendenti lavora ancora esclusivamente in modalità tradizionale e in particolare le donne, aderiscono con molto meno entusiasmo dei loro colleghi uomini al lavoro “agile”.
Questo é ciò che emerge dall’ultima edizione del Randstad Workmonitor, l’indagine trimestrale sul mondo del lavoro di Randstad, operatore mondiale nei servizi per le risorse umane, condotta in 33 Paesi del mondo su un campione di 400 lavoratori di età compresa fra 18 e 65 anni per ogni nazione.
Nonostante cresca la richiesta di flessibilità e autonomia sul lavoro, il 66% degli italiani (l’1% in più rispetto alla media globale), seguiti da francesi (61%), greci (65%), lussemburghesi (64%), inglesi e spagnoli (62%).preferisce ancora lavorare in ufficio e ad essere resistente al cambiamento, sia per una maggiore creatività derivante dalle sinergie che nascono tra colleghi, coworker, freelance, sia per il maggior distacco tra vita personale e professionale.
Inoltre, il 47% degli italiani (+3% rispetto alla media globale e +6% rispetto a quella europea) è convinto che il lavoro agile aggiunga stress alla vita privata perché impedisce di staccare dal lavoro.
Il 65% degli italiani lavora ancora soltanto in ufficio e continua a privilegiare le riunioni in ufficio rispetto agli strumenti virtuali per discutere con i colleghi.
Valentina Sangiorgi, Chief HR Officer di Randstad Italia, ha così commentato i risultati della ricerca: “Nonostante la maggioranza degli italiani guardi con favore allo smart working, due terzi dei dipendenti lavora ancora esclusivamente in ufficio e quasi uno su due teme che il lavoro agile possa avere ripercussioni negative sulla propria vita privata. Un segno che c’è ancora una barriera culturale da superare e che le imprese devono ripensare l’organizzazione del lavoro per consentire a tutti i dipendenti l’accesso a forme di flessibilità lavorativa e a un corretto equilibrio fra vita professionale e tempo libero”.